PROFILO DELL'AUTORE
CLAUDIO RACCAGNI, nasce nel 1969 a Palazzolo s/O, nel bresciano. Quinto
di sette tra fratelli e sorelle. A 13 anni (1983) conosce la sofferenza della
morte, prima con quella del padre, l’anno successivo con la scomparsa
dell’allenatore di atletica.
In seguito alla scomparsa del padre inizia per lui un periodo neutro, fermo,
vuoto, mentre la vita passa, ma il pensiero resta e si libera negli anni
successivi nei diari personali, dedicati al padre: discorsi, appunti, lettere al
padre, che lo aiuta a continuare... |
Malinconia - 1988
Malinconia,
amica dei miei momenti nostalgici,
non ci abbandoneremo mai,
perché sei e sarai sempre
compagna dei miei ricordi,
dei miei momenti unici.
Unici,
come questa nostra vita.
L’orgoglio di essere - 1989
Sono ferito,
ma la mia strada seguirò
e per questo rimarrò come un cane sciolto,
ma con l’orgoglio
che non mi ha tradito mai.
Non mi sentirò mai stanco
di dire quello che mi brucia dentro
e per questo rimarrò come un cane sciolto,
ma con l’orgoglio
che non mi ha tradito mai.
Dolce amica mia...
Desiderio nascosto - 1989
Non si descrive mai abbastanza
ciò che si prova guardandoti
Sei sempre nei discorsi degli amici che,
come me,
non riescono a dividere la voglia erotica
dal solo averti vicino.
Quanto vorrei sgridare
quel tuo sguardo menefreghista e lontano da me,
che a volte, inconsapevolmente, assumi,
ma poi, quando ti riempio di attenzioni,
ritrovi il sorriso
e i tuoi occhi innocenti si illuminano cosi in fretta
da liberare la mia voglia di te.
Occhi innocenti, di una ragazza cresciuta,
che cerca ancora qualcosa.
Occhi dolci,
che con il tuo viso
vogliono essere accarezzati.
Occhi che distolgono l’attenzione
dal tuo bel seno,
per portarla sulle tue labbra sporgenti,
che non sentono ancora il mio richiamo.
Poi, scherzosamente, ti passo la mano fra i capelli
e la tua voglia di lasciarti andare
non riesce a liberarti da lui;
a provare ancora quella sensazione
del “primo ragazzo”;
quelle attenzioni da ricambiare.
Capelli lisci e biondi
a cui vorrei appoggiarmi, piangere e sfogarmi.
È una sensazione forte, che,
a tua insaputa, ti lusinga.
Una sensazione che mi brucia il cuore
e mi fa chiedere perché siamo nati
con questa paura di parlare?
Di essere amici?
Di amarci?...
... ma ora, qui, solo,
di questo “amore” sento solo il peso.
Eppure basterebbe solo un attimo.
Un attimo d’amore con te
potrebbe rinvigorire una rosa ormai stanca,
appassita,
che cerca solo l’acqua,
che la circonda,
per vivere; per sempre.
Dolce amica mia...
... ma come puoi sapere?
Ciao Mamma - 1989
Nessuno è come te.
Prima ti arrabbi, avendo ragione,
poi perdoni sempre,
anche se ci rimetti un po’.
Pensi sempre a noi
e poco a te.
È difficile imitarti,
perché quando ti vedo arrabbiata
provo odio per chi ti ha offeso;
poi vedo che in fondo
non vuoi male a nessuno
e capisco che ho sbagliato io
a pensare che tu potessi odiare qualcuno.
Bella e giovane
per avere sofferto;
per avere capito che si vive
e comprende meglio
se la vita ci offre i problemi giusti.
Un lavoro per vivere;
non per morire,
soffocando la vita
in un sacco d’oro.
Il sorriso non te lo toglie nessuno,
nemmeno colui che ti offende,
perché tu sai di essere salva.
Tu hai già vinto.
Capire il tuo sorriso
vuol dire molto;
può salvare anche una vita.
Forse è per questo
che anche io
vinco insieme a te.
È solo uno stupido dolore
questa paura di lasciarti?
Paura che la sofferenza
dopo la tua partenza
sia troppo forte da fronteggiare?
Guardami...
... lascia che il mio sguardo ascolti il tuo
e capisca che non ci divideremo mai.
Ciao Mamma.
CONTINUA
- VETRINA LETTERARIA -
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