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Terra mia d’infanzia,
un richiamo del vento
di odori mi inebria,
mi riporta ad una collina
tanta amata, al paese
abbracciato da verdi ulivi,
al tempo dei contadini,
a mia madre rimasta
in quella terra per amore
dei figli e di mio padre.
Mi chiama la natura
e l’indolente fiume
tra pioppi e salici piangenti.
La gente frettolosa
non può capire la mia terra,
che ha un colore di prugna,
odore di menta ed uva,
è fresca sotto gli ulivi,
arida nei monti,
dovunque segna col respiro
come l’aurora il giorno.
La storia non racconta
che ogni valle e collina
eran piene di pastori e santi,
di guerrieri e contadini,
di padri che per i figli
vendevano le braccia agli stranieri,
anche il dolore, che è il destino
di chi perde, sono debiti d’amore.
Terra mia, ogni tua pietra per me
è una fetta di pane da mangiare
in solitudine, per me il sole
tramonta ogni volta nelle mente
ed il vento accarezza
la mia guancia, porta le notizie
ed il suono delle foglie.
Quando scegliesti il luogo
del mio primo giorno,
forse fu un seme di grano.
Tu sola sai rinnovare il presagio,
terra mia di Ciociaria.
Quella casa antica
piena di crepe,
è là che ho appreso la vita.
Da quella finestra
guardavo fuori la strada,
il bosco, la pioggia.
Passava il tempo, la neve
l’azzurro del cielo aprivano
il mio animo al mondo.
Un camino acceso
mandava bagliori
ed altri occhi leggevano
le mie labbra chiuse.
Sognavo il suo sguardo.
La terra
tanta amata e desiderata
sarà sempre più arida.
Terre desolate ed isolate,
che continuano
il lento mutamento.
Tra lande deserte
di terre lontane le orma
fissa il messagger di pace.
Dolce è osservarle,
ti riempie lo sguardo
ti fan sentire solo
unico essere nel mondo.
Sono qui, immerso nei miei
pensieri solitari,
guardando il mondo
da un vetro rotondo.
Sono qui che mi arrovello
pensando che sia naturale
veder sparire il bene
e veleggiare il male.
Pagine bianche, vuote
da riempire e scrivere
con segni, righe, numeri
e lettere d’amore ed odio.
Voglio riempire un vuoto
perché il cuore mio
non sa la mente riempire.
Non c’è niente di più vero
se non è scritto in nero.
Tutto è fantasia, se non c’è poesia,
tutto è nebbia.
Giaccio nella polvere
e nel fango, in mille pezzi
infranta l’anima mia,
ma quando la tua mano
prenderà la mia,
con un semplice gesto
d’amore, sarà di nuovo
vita.
- VETRINA LETTERARIA -
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