Poesie di Giovanni Cianchetti
   Pagine: 36 
   Prezzo: 7,00 euro
   Tel.: 011 4036056 - 330 212134

 

PROFILO DELL'AUTORE

GIOVANNI CIANCHETTI è nato a Colli, in Ciociaria, nel 1934. Dopo gli studi si trasferisce a Torino dove, per oltre 40 anni, ha svolto attività dirigenziale nell’ambito degli impianti termici e di condizionamento. Ora vive a Grugliasco, impegnato nel volontariato sociale, specie in quello dei donatori di sangue dell’A.V.I.S. del Piemonte, nel quale ricopre la carica di consigliere regionale. Scrive riflessioni, racconti, poesie che hanno ricevuto numerosi premi e segnalazioni, e collabora con riviste religiose e culturali. Di questa sua raccolta di poesie si sente particolarmente legato, perché dice «... Mi ricordano la terra natia e la vita vissuta. Le ho scritte guardando al futuro per quanto riguarda la questione religiosa e umana».
Recentemente ha pubblicato il libro «Le poesie di Giovanni Cianchetti», e il professor Andrea Maina, uno dei maggiori studiosi di Dante nella nostra regione, ha espresso un giudizio favorevole, e dopo averle analizzate ha detto: «Questo libro è un po’ la sintesi della poesia di Cianchetti. Ci sono paesaggi di Ciociaria, la nostalgia di quella terra e di quegli amori, con qualche spunto di erotismo. Altri temi cardine sono quelli della fraternità, della comprensione, fino ad arrivare a un approdo di tipo religioso. Definisce i sentimenti con una straordinaria limpidezza e con una musica quasi sottovoce».


      Terra mia ciociara
      Terra mia d’infanzia,
      un richiamo del vento
      di odori mi inebria,
      mi riporta ad una collina
      tanta amata, al paese
      abbracciato da verdi ulivi,
      al tempo dei contadini,
      a mia madre rimasta
      in quella terra per amore
      dei figli e di mio padre.
      Mi chiama la natura
      e l’indolente fiume
      tra pioppi e salici piangenti.
      La gente frettolosa
      non può capire la mia terra,
      che ha un colore di prugna,
      odore di menta ed uva,
      è fresca sotto gli ulivi,
      arida nei monti,
      dovunque segna col respiro
      come l’aurora il giorno.
      La storia non racconta
      che ogni valle e collina
      eran piene di pastori e santi,
      di guerrieri e contadini,
      di padri che per i figli
      vendevano le braccia agli stranieri,
      anche il dolore, che è il destino
      di chi perde, sono debiti d’amore.
      Terra mia, ogni tua pietra per me
      è una fetta di pane da mangiare
      in solitudine, per me il sole
      tramonta ogni volta nelle mente
      ed il vento accarezza
      la mia guancia, porta le notizie
      ed il suono delle foglie.
      Quando scegliesti il luogo
      del mio primo giorno,
      forse fu un seme di grano.
      Tu sola sai rinnovare il presagio,
      terra mia di Ciociaria.

      Ricordo
      Quella casa antica
      piena di crepe,
      è là che ho appreso la vita.
      Da quella finestra
      guardavo fuori la strada,
      il bosco, la pioggia.
      Passava il tempo, la neve
      l’azzurro del cielo aprivano
      il mio animo al mondo.
      Un camino acceso
      mandava bagliori
      ed altri occhi leggevano
      le mie labbra chiuse.
      Sognavo il suo sguardo.

      La mia terra
      La terra
      tanta amata e desiderata
      sarà sempre più arida.
      Terre desolate ed isolate,
      che continuano
      il lento mutamento.
      Tra lande deserte
      di terre lontane le orma
      fissa il messagger di pace.
      Dolce è osservarle,
      ti riempie lo sguardo
      ti fan sentire solo
      unico essere nel mondo.
      Sono qui, immerso nei miei
      pensieri solitari,
      guardando il mondo
      da un vetro rotondo.
      Sono qui che mi arrovello
      pensando che sia naturale
      veder sparire il bene
      e veleggiare il male.
      Pagine bianche, vuote
      da riempire e scrivere
      con segni, righe, numeri
      e lettere d’amore ed odio.
      Voglio riempire un vuoto
      perché il cuore mio
      non sa la mente riempire.
      Non c’è niente di più vero
      se non è scritto in nero.
      Tutto è fantasia, se non c’è poesia,
      tutto è nebbia.
      Giaccio nella polvere
      e nel fango, in mille pezzi
      infranta l’anima mia,
      ma quando la tua mano
      prenderà la mia,
      con un semplice gesto
      d’amore, sarà di nuovo
      vita.

    - VETRINA LETTERARIA -

     
    HOME PAGE