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Come in un sogno remoto
o quasi mistica visione,
Ti vedo lieve incedere
nel cuor del Dio Uno e Trino.
Gioia immensa del creato,
le Tue parole sono armonie
che molte schiere angeliche
sì, ammirate, ascoltano.
I Tuoi teneri sguardi sono
come meravigliose gemme,
che rifletton perfettamente
la gran misericordia di Dio.
Madre, Tu sei il candido sorriso
della creazione intera...
Cantar soave del maggio,
tra le brezze lievi del vento,
che carezzan così delicate
le candide, dolci margherite
sparse, nel verde a piccoli gruppi,
sui vasti prati verde smeraldo.
E l’ondeggiare, così lento,
dei sereni glicini aggrappati,
a delle vecchie inferriate
di molta ruggine, ricoperte.
Non voler tu, invano, transitare
per i divin sentieri dell’arcobaleno
e non tentar di seguire le strade
di un lontano e segreto cielo.
Quelle son le vie ambite e sacre,
percorse dagli angeli, a lungo,
nel loro sì fervoroso andare,
dal remoto e celeste Empireo
alla Terra, luogo della missione.
Lascia perder, così, nella vita
ciò che solo al cielo appartiene...
Unica misura dell’esistenza,
sua precipua sicurezza,
una grande, perenne instabilità.
- VETRINA LETTERARIA -
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