Lento
è il dondolio
della bianca
spuma a lambire
le sponde Est
del ventre terreno...
E cobalto
il cielo
di gabbiani
a festa in volo
sopra la pace
del dicembre fiorito...
Quando
d’improvviso
dalla gola
del mare
con violenza
un mostro
dalla coda
biforca di pesce
con ghigno
affamato
esplode...
Portando
sulle spalle
aggrappate
la nera signora
che con potenza
centrifuga
la sua testa
regina eleva
a puntare
di colpo
il caldo sole
urlando
alle Umane
Genti tutte
il suo livore...
È Tsunami...
Titanica
creatura
che divora
al suo passaggio
case e cose
maciullando
ossa e fiati
risucchiandoli
nel suo giogo
d’acqua a mulinello...
Onda anomala
che incollando
piume bianche
d’angeli d’ebano
col suo rullo
ingolla di loro
carne e cuore...
Firmando
col sangue
il suo nome
sopra aperti
sepolcri vivi
del ventisei
dicembre...
Maremoto
assassino
infida maschera
dei mille volti
del mare...
Se nella notte
dei fantasmi
ti vedrò ancora
angelo dal capo
di spine coperto...
Urlare al cielo
inchiodato
sul tuo altare
di legno duro
braccia e gambe...
Come gloria
la tua cantilena
di alto dolore
carnale...
Con bianco velo
verrò a cogliere
il tuo sangue
in ginocchio...
E con esso
bagnerò
di nuovo seme
il suolo...
Per scoprire
al sorgere
del sabato
rovi scarlatti...
Di pane
benedetto
sbocciato
a fare da ostia
per le Genti...
Nuovo...
- VETRINA LETTERARIA -
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