Poesie
di Renzo Guerci
Pagine: 37
Prezzo: 8,00 euro
ISBN 978-88-6170-010-9
Opera 3ª classificata alla 13ª edizione del Premio Letterario
Internazionale «Trofeo Penna d'Autore»
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PROFILO DELL'AUTORE
GUERCI RENZO è nato ad Alessandria il 18-12-1939, e dal 1970 risiede a Torino.
Laureato in Scienze Politiche presso l'Università di Torino. La Poesia e la
narrativa sono state per lui una scoperta precoce, e attualmente si dedica a
studi sul simbolismo e sull'eso-terismo e svolge attività di consulente ed
operatore culturale.
Fondatore e Presidente dell'Associazione Studi Danteschi e Tradizionali con sede
a Torino, nata nel 1993 e direttore della Rassegna di Studi Danteschi «Sotto il
Velame» edita dall'Asso-ciazione - (Il Leone Verde, edizioni di Torino).
Membro del Consiglio Direttivo del Centro Studi PANIS di Torino. Autore di opere
di poesia, narrativa, teatro e saggistica con alcune delle quali ha conseguito
premi e riconoscimenti, tra cui il primo premio raccolta inedita di poesia al
Concorso Nazionale «La Rocca» (1992) e «Il Centenario» (1997). Ha ricevuto
inoltre la pubblicazione gratuita di questa raccolta di poesie alla XIII
edizione del Premio Letterario Internazionale «Trofeo Penna d’Autore» di Torino,
dove si è classificato al 3° posto.
Ha pubblicato: la raccolta di poesie «L'uomo che è in me» (ed. Firenze Libri,
1988), il romanzo allegorico «La città» (ed. ERA Il Leone Verde, Torino 2000) e
alcuni racconti nell'antologia «Novilunio» (ed. ERA Il Leone Verde, Torino
2000). |
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Un tempo ti ho amata con rabbia,
compagna della notte,
portatrice di gloria, antagonista
dei giorni in fotocopia.
Hai segnato le tappe
acerbe e deliziose
lungo gli anni scavati nell’attesa
di sagaci risposte.
Nell’approdo dell’oggi sei l’amica
dei giorni consapevoli.
Mi chiedi: perché ancora
insegui questi miti,
perché ti ostini ad inventar parole,
sottili inganni, attorte
formule consolatorie.
Rispondo: è di me parte ormai
rivestire con immagini
multicolori, fantasie giocose,
i nostri giorni in bianco e nero.
Nostra meta costante è raccontare
( non chiederci perché )
senza sapere chi ci ascolterà.
Strade segnate da infiniti
cammini, angoli e viali
di monotona attesa.
Un torrente di volti
sciama tra queste vie
di affollata solitudine,
dentro a contorte sponde di palazzi
stanchi colossi addormentati
tra vetuste fondamenta.
Sembra un’ape cocciuta
questa città di nettari sepolti
anche se ancor mi paga
tributi di ricordi
nelle strade fumose.
Ogni mattina si consuma un rito
e il cantastorie che lascio alla porta
ogni sera è più stanco,
ma l’antico strumento
è prodigo di accordi sempre nuovi.
- VETRINA LETTERARIA -
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