Ti prego
dammi almeno una risposta
alle domande che mi porto appresso.
Forse il rumore annulla
la voce
e l’eco stanca
non esce dal tormento
del mio mondo.
Ti prego
fammi udire la Tua voce
dimenticata sotto le valanghe
dei giorni persi
rincorrendo sogni
inutilmente effimeri
banali
per ritrovare il pianto che cancella.
Ti prego
non lasciare inascoltata
la mia preghiera piena di speranza
di capire la vita ch’è trascorsa
veloce in un momento
ed accettare
l’ultimo istante come dono amico.
Ti prego
squarcia il velo del silenzio.
Parola
come trapano capace
di forare
pensieri e seminare
nei varchi aperti
dal rumore i dubbi
o le certezze.
Martellante a volte
a volte con un sibilo soltanto
tenta con forza
di scavare dentro
convinzioni scontate
per scolpirvi
con voce ferma
priva di dolcezza
anche a chi è sordo
a chi non vuol sentire
eterne verità dimenticate
senza lasciare un segno.
Ed aiutarci
a capire e capirci.
E se fallisce
allora è meglio
ascoltare il silenzio.
Una formica
si trascina appresso
spingendo
rotolando un solo chicco
scavalcando
montagne di pietruzze.
Un gatto aspetta
nascosto all’ombra
d’una siepe amica
la preda
una lucertola
od un topo
distratto.
Un uomo stanco
d’aspettare il suo topo
si riposa
asciugando sudore e delusione
dopo la spinta
del suo chicco
e accanto
ha una pagnotta
senza più sapore.
- VETRINA LETTERARIA -
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