Poesie
di Franco Maffiodo
Pagine: 54
Prezzo: 9,00 euro

ISBN 978-88-6170-003-1


  


 

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PROFILO DELL'AUTORE

FRANCO MAFFIODO è nato a Borgomasino l’11 settembre 1965 e vive a Cumiana, in provincia di Torino.
Nel 1988 ha pubblicato con la Pentarco la raccolta di poesie «Orizzonti solcati» e nel 1991 ha partecipato come autore al Salone del Libro di Torino.
Ha collaborato a giurie di premi letterari e pubblicato poesie in varie antologie, fra le ultime quelle del premio «Sportiamoci in versi» nelle edizioni 2004 e 2005, nelle quali è risultato tra i finalisti.
Delle sue opere la rivista Writers Magazine Italia (Edizioni DelosBooks) ha pubblicato nel 2005 un haiku, due poesie e un racconto.


      Noci di Macadam
      ... non puoi mai sapere quando qualcuno ti può chiedere 
      delle indicazioni stradali.
      Joe R. Lansdale - Drive-in 2
      
      
      
      I miei pensieri,
       come le stelle,
       sono fissi nel vuoto.
      Tiziana A. Maffiodo
      
      
      
      Senza uscire dalla porta conoscere il mondo
      Dal Tao Tê Ching
      
      Without goin out of my door
      I can know all thing on earth.
      George Harrison -The inner light

      Al quinto rintocco
      Unanime visione fra i primi pensieri, 
      ruga della mente, solco continuo
      di verità estive incontaminate, 
      d’aromi dispersi, si raggomitola 
      nel nucleo d’un atomo esplode, con esso 
      dirompe nel cielo del muto scrutare
      a pochi minuti dal seguito,
      col minimo d’ombre,
      a una fermata
      dal bestiale inganno.
      Periplo all’orecchio
      nell’urticante silenzio ascolto:
      al quinto rintocco
      il cielo potrebbe lacerarsi
      nuda alba mostrarsi
      il suo caldo ventre addosso.
      
      
      (1989)

      Settantaquattro
      					Agglutinati all’oggi
      					I giorni del passato
      					Giuseppe Ungaretti
      
      Quel latrato lontano
      filtrato dal vento
      fra gli olmi m’insegue.
      
      Frugo l’estate di sterpi cotte dal sole
      studio le propaggini dell’alba
      ricalco la pozza asciutta
      la secca attesa di settembre.
      Il mio passo ignaro del ritorno
      non si scosta dal pentagramma remoto
      non scuote il disegno
      spesso si trattiene.
      
      Lungo la cava eterna, la parete minata
      il sentiero scivola
      in un delta di sabbia e s’aggroviglia
      nei cespi di more.
      
      Ero a quel punto, ricordo
      solo a tre quarti del mio mondo
      ma era tardi quel giorno per il dirupo
      per i binari nascosti nel fondo
      per l’altro bosco più fiero, più cupo.
      
      
      (1992)

    - VETRINA LETTERARIA -

     
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