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Un bel giorno di primavera,
in un piccolo paese friulano
nascosto fra i boschi, nasceva
una bambina: ero io, Mariapia.
Crebbi con la nonna
e feci le scuole elementari.
I ricordi più belli della mia infanzia
sono rinchiusi nel mio cuore.
Passano nella mia mente
come un film in bianco e nero.
Mi sedevo sul prato che odorava di fieno
a guardare i monti ed ascoltavo in silenzio
il rumore del fiume che scorreva.
Sentivo una musica e sembrava che mi dicesse:
«Ascolta e canta come canto io...».
Ed io cantavo, cantavo e rincorrevo
farfalle colorate e guardavo
i monti e il prato verde dove l’albero
delle noci mi regalava i suoi frutti,
e l’orto dove la nonna coltivava
le sue piccole verdure ed io rubavo
i pomodori freschi, ed ascoltavo
il fruscio delle foglie di zucca
che nell’ombra bisbigliavano:
«Corri a casa che la nonna è in pensiero».
Ed io correvo, correvo...
Ora ho rivisto tutto questo,
ma non ho ritrovato la bambina
che cantava e correva.
Nemmeno il volto di mia nonna
ad aspettarmi.
Le tue case, le tue stalle, i tuoi prati,
le farfalle, la tua fonte cristallina,
i tuoi monti tutt’intorno,
sembran bimbi in girotondo.
Quanti giochi sui tuoi prati,
rincorrendo le farfalle,
coccinelle a non finire e risate da morire.
Le canzoni a squarciagola
con i bimbi ad ogni ora.
Qualche notte lampi e tuoni
eravamo tutti buoni.
Sopra l’erba di quel prato,
ho lasciato una fanciulla,
ma il profumo del tuo fieno
è rimasto sul mio seno.
Un ricordo ancor più bello,
l’acqua fresca del ruscello.
La vecchietta sul portone
con il fieno sul groppone.
Le scarpette di velluto
che in un mese avrei distrutto.
Oh! Paesello antico e bello
sei la perla della valle,
ho raccolto i tuoi ricordi,
i colori, le farfalle.
Quella perla molto rara
è rinchiusa nel mio cuore,
quando un giorno me ne andai
e in segreto la rubai.
Ero piccola, e tu mi facevi da mamma,
ero piccola, ma eri la mia nonna,
tu non eri andata a scuola
ma sapevi tutto della vita.
Sotto quello sguardo severo,
nascondevi il tuo amore per me.
Avevi sempre un vecchio proverbio
di saggezza che ora ricordo.
Nei tuoi occhi verdi
vedevo laghi infiniti, e non capivo
come sapevi nascondere i tuoi dolori passati.
Tu mi insegnavi l’educazione,
la gentilezza, ed io non capivo.
Ho trovato i tuoi silenzi...
E come vorrei
ritornare bambina, averti accanto
per darti un bacio e una carezza.
- VETRINA LETTERARIA -
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