L’imperativo è vivere, cogliere senso
da ogni gesto, anche quello più incomprensibile e ingiudicabile. Senza mai
arrivare, senza mai toccare la meta, sentendosi continuamente in cammino. E
occorre abituarsi a non avere un traguardo là in fondo, seppure lontano. Occorre
abituarsi ad incontrare l’infinito e l’eterno che non hanno né forma né fine,
che non hanno nulla di quello che noi vorremmo. Ottobre, 2008 L’Autore |
Cortona Pietra Senso pieno di silenzio Eterno spirito Chi vi entra coglie Respirando L’intimo risveglio E si nutre dell’infinito Ordine di cose indescrivibili Magnifica! Rimani Intatta nel peregrinare Tra i secoli E volgi la luce tua Incastonata tra rinascenti mura Al viandante che in valle Passa e ancor t’ignora Umile all’umano richiamo Ti chini Ed effondi note claustrali Lungo i pendii Fino allo sbocciar Di nuovi amori E ritorneranno Portando a te Fanciulla, il desiderio Infuocato dell’anima Saggio e puerile Non sarebbe domenica E non sarebbe festa E nemmeno domani lunedì E già questo basterebbe A dire che l’uomo Si completa nel riposo Con la fede Nel silenzio E nel nascondimento intimo Puerile come un bimbo Saggio come un vecchio E attento a non uscire Domattina senza la barba bianca Della celeste lungimiranza Verso il nuovo fine settimana Missili di pace Si susseguono Serrati Sprigionati da chissà dove – forse lo so – questi treni metropolitani corrono impazziti e più pensi di fermarli più sfuggono di mano Schivi falsi come missili di pace cancellano il tempo e il tempo del tempo scempio al tempo che va |