A Sua Santità Benedetto XVI

Il travaglio dei tuoi giorni
che comincia dal mattino
con preghiera Tu lo adorni,
lo profumi di divino.

Come aurora veste il mondo
con la luce dell’oriente
e lo rende più secondo
al cammino della gente

così Tu, cristiana face,
ne accompagni le vicende
affinché si volga in pace
ogni fiamma che s’accende.

Il dolore dell’umano
va ben oltre nel tuo cuore
reso forte dalla mano
del buon Dio, nostro Signore.

E sopporti ogni tormento
che ti viene d’ogni parte:
sofferenza è monumento,
di cristiano opera d’arte.

Cola sangue l’aria infetta
di dominio e d’interessi
mentre il pane ancor difetta
per quei popoli repressi.

E si muore nel deserto
con il viso nella sabbia:
un inferno a cielo aperto
dove sete è mista a rabbia.

In Te accogli, Padre Santo,
il sapore dell’offesa
di chi strozza in gola il canto
della vita, per la resa.

Padre Santo Benedetto,
Tu soffrendo offri il sorriso
a chi sotto questo tetto
sogna in terra il Paradiso.

Giovanni Paolo II e la gioventù

Al rullo di tamburo
la fresca pianta accolse la rugiada
che aveva prospettiva di futuro
sulla diritta strada.

Ed ogni zolla si vestì di verde
di quell’età che non avesti lieta
e la tua impronta ancora non si perde
anzi di gioventù più si completa.

Il vento non cancella
la semina copiosa nelle menti
e non si teme in mare la procella
o furia d’elementi.

Tu giovane nell’alma, Padre Santo,
ora dinnanzi a Chi ti dié la vita
potrai goder l’eccelso dell’incanto
in una dimensione ch’è infinita.

Madre, unisci i figli!

Qual opera più grande del Creato
tu donna fosti d’ogni altra più bella
e senza macchia alcuna di peccato
già prima che accogliessi la novella.

Ma poi l’annuncio che ti fu mandato
ogni portento superò… e favella
non poté dire… e il mondo fu salvato
e quel mistero ancora l’arrovella.

Or noi eredi di quella Bontà
ancora dalla sete siamo arsi
nel gran deserto delle vanità.

La Verità che volle in te bearsi
ti fece Madre dell’umanità:
unisci nella Fede i figli sparsi.

- VETRINA LETTERARIA -

 
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