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“Dal narcisismo dell’adolescenza
all’amore universale”
Mi sentii,
profumo di giacinto,
che rivela al viandante
immemore del tempo
il ritorno della primavera.
Mi sentii,
ciliegio fiorito,
nel mattino di luce
allo sguardo stupito
che ricordava
rami stecchiti e bruni.
Mi sentii,
cespuglio di biancospino
sbocciato fra le pietre
nel sole trasparente d’Aprile,
dinnanzi all’occhio chiaro
di fanciulla che ama.
Ma mentre splende
nel sole caldo d’estate
il pioppo alto,
con le sue foglie delicate
come mani di bimbo,
io amo il vento,
che ha portato lontano
profumo di giacinto
e fiori di primavera
e mi fa sentire
come fonte
cui, ai margini della via assolata,
attinge chi passa.
Ti ricordo
(primi trasalimenti d’amore)
Ti ricordo
lungo la strada soleggiata
e sassosa
che conduce nel bosco,
alto e baldanzoso,
gli occhi sereni
che guardano lontano.
Salivi,
il passo elastico, elegante,
poi ti fermavi
sotto un pioppo,
che s’alzava nel cielo
impregnato di sole.
Sembravi un re
di una storia fantastica,
quel pioppo, la tua insegna
dorata,
la natura esultante
il tuo regno,
ed io... non so
forse soltanto uno
che scopre qualche cosa.
Splende il verde degli alberi
splendono le case, l’asfalto,
i fiori nel giardino sono una festa
lavati dal temporale.
Splende il tuo sorriso,
la tua tenerezza,
la volontà di adattare
il tuo passo
al ritmo dell’altro,
per intrecciare
rapporti costruttivi.
Non era così
prima che il dolore,
come temporale furioso,
irrompesse nella tua vita.
Mi sconvolge
lo strazio della croce,
ma dopo,
c’è
sempre
lo splendore della resurrezione.
- VETRINA LETTERARIA -
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