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In principio ero un ago perduto nel deserto,
un cigno addormentato sul petto di una madre,
un cuore solitario dentro un cesto di limoni,
ero l’urlo di un bambino in una stanza sordo muta.
La luna mi donava il fiato dei mortali,
le gambe per danzare sul tavolo del mondo,
le mani per lanciare le bombe ai miei nemici,
le labbra per baciare capelli color sale.
E mentre due vagiti spingevano la vita,
prendevo la tua mano bucata da un romano,
cantavo sopra al tempio distrutto per amore,
pregavo in aramaico ai piedi di un profeta.
E mentre mi staccavo dagli occhi della lupa,
le lacrime di Giuda franavano sul Golgota,
i galli verde arancio ingoiavano un apostolo
e vecchie cornucopie sbocciavano dolcezza.
Il diavolo è fuggito nascosto in un calesse
e l’angelo ha coperto la faccia del serpente,
piantato un agrifoglio sul monte senza croci,
giocato con la notte dai sogni bianco latte.
E mentre Dio beveva il fiele del tradito,
io masticavo nebbia al fianco dei ladroni.
E mentre Lui parlava alle aquile reali,
io risorgevo nudo bagnato da una stella.
Prendo in prestito
l’azzurro del cielo
ed i prati
e le montagne possenti
per raccontarTi
la mia immensa gratitudine.
Non ho niente da offrirTi
se non la gioia
di ciò che Tu mi hai dato.
In ogni rivolo di vento
avverto la Tua voce,
in ogni raggio di sole
assaporo il Tuo calore,
in ogni petalo colorato
riconosco la Tua generosità.
Io cammino
sulla strada che mi hai indicato
lo sguardo avanti a me
ma il cuore
rivolto verso l’Alto.
Tu ci sei
ed io sorrido
sei così vicino
da poterTi accarezzare.
È il mio mondo
è il Tuo mondo
siamo noi
sei Tu.
Con che cipiglio fiero, di Stefano, che il “sasso” (4)
in groppa / al suo destriero, subì fino a quel “passo” (5)
quell’uom, ch’era di Tarso,(1) del male contro quelli(6)
correa verso Damasco! che eran suoi fratelli.
Quando il Cristo apparve: Di quel martirio primo, (7)
la faccia nella polve fu teste, ancor bambino,
si trovò premuta, quando fe’, da guardiano
a cagion della caduta. (2) e vide, da lontano,
Udì, allor, la voce che quegli assatanati(8)
di chi era morto in Croce s’erano denudati
e Lui non conosceva, di ogni loro “cencio”
che conto(3) gli chiedeva: per far più forte ’l “lancio”.
La forza della Fede,
adesso che Lui crede, (9)
fa sì che la sua “traccia”, (10)
come scritta su roccia,
sarà eterno segno
per quanto fe’ di degno.
Così, quell’uomo “duro”,
divenne, da quei tempi,
l’ “Apostol delle genti”.
Luogo di nascita di San Paolo. 2) Fu
disarcionato sulla strada per Damasco. 3) Gli chiedeva perché lo perseguitasse,
nelle persone dei credenti. 4) Stefano fu lapidato. 5) Morte. 6) Gli altri
martiri. 7) Si crede che Santo Stefano sia stato il primo martire. 8) I
lapidatori. 9) Perché convertitosi. 10) Insegnamenti.
- VETRINA LETTERARIA -
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