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Limpido era il cielo
mentre nuvole bianche l’orizzonte avrebbe velato,
ove l’estate si perdeva verso l’autunno.
Autunno
annerito dal fumo di vecchie ciminiere
mentre lingue di fuoco, verso il cielo si innalzavano
coprendo il suo volto,
soffocando aria, soffocando vite.
Mentre la terra di cenere si copriva,
ove la vita e la morte si fondevano tra di loro,
come bianchi fantasmi di ombre perdute,
ove urli e pianti si udivano
ove sangue innocente
scorreva sui volti ormai senza vita.
Mentre sirene urlavano la loro rabbia
nel piangere i suoi morti.
Nel piangere vite spezzate da fantasmi deliranti
ove la vita in essi non c’è.
Ove sorrisi non hanno
ove bimbi mai essi furono.
Piangono mamme, piangono figli
ma loro figli mai sono stati
ove figli di nessuno mai saranno,
mentre la terra rifiutar li vorrà
ove perduti per sempre
nell’ombra di bui fantasmi
essi vivranno.
È
un momento magico
ove il sole
si posa sull’orizzonte
mentre la luce brilla.
Come la bianca montagna
mi distendo stanotte
a segnare un altro
orizzonte.
La sera scende veloce
sull’isola di creta
con le sue bianche casette.
Occhi scintillanti mi guardano
mentre il corpo e il cuore
ardono.
Mi muovo a ritmo di danza
mentre all’orizzonte
una barca
scivola lentamente
sul mare azzurro, selvaggio
regalandomi intense sensazioni
di vitalità e di libertà.
Osservo il dondolio delle barche armeggiate.
Ascolto il respiro del mare,
mentre una stella cadente
graffia il nero del cielo
ove seduti sulla bianca sabbia
tu mi regali un fiore
che infili tra i miei capelli
per poi baciarci
con intensità
sotto il cielo di creta.
- VETRINA LETTERARIA -
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